Per parlare di un libro come «Buttanissima Sicilia» di Pietrangelo Buttafuoco userò poche righe e poche parole: una quantità modesta ne basta infatti per liquidare un testo nel quale vengono espresse idee sulla cui validità non sussiste dubbio alcuno, ma che finisce per essere uno di quei saggi che promettono fuochi d'artificio e poi producono la debole fiammella di un cerino.
Contiene alcune pagine interessanti che appaiono irresistibili per le tinte sarcasticamente crudeli - ma realistiche - con cui vengono ritratti alcuni personaggi. Basti leggere i passi dedicati all'Opera dei Puppi (e non v'è refuso: è proprio Puppi con due P, parola dal significato incontrovertibile soprattutto per un siculo). Ma - al di là della denuncia che è poi quella di qualsiasi cittadino siciliano anticrocettiano, antilombardiano, ecc. ecc., che sia dotato di buonsenso - è un castello di sabbia: disorganico (del resto altro non è se non il prodotto dell'assemblaggio di pezzi giornalistici editi o inediti). Coerenza vuole però che si debba tenere alta la tensione dal principio alla fine. Invece ecco il capitolo su Balat in cui il tono dell'autore diventa retorico e l'andamento della prosa piatto e stereotipato. E se è vero che la forma informa, pure il contenuto è sorprendentemente inutile: è quello di una cronachetta da notiziario locale. Andiamo poi al capitolo finale: scritto nella piatta, tipica prosa di un inutile compitino scolastico, totalmente privo di senso (Buttafuoco dovrebbe sapere che Mare Nostrum è un'operazione voluta dal governo italiano e da Alfano).
Non emerge poi alcuna proposta. Dire - come Buttafuoco fa di solito nel corso delle presentazioni del libro. E come ha fatto anche alla presentazione svoltasi a Piazza Armerina il 27 agosto 2014 - che l'unica cosa che ai siciliani gioverebbe adesso è un grande, forte, potente, improvviso trauma non significa proporre un'alternativa. Parlare al pubblico - sempre in corso di presentazione - con tono, aria, modi istrionici (sappiamo bene che Buttafuoco nutre una grande passione per Carmelo Bene e conosciamo i suoi trascorsi di responsabilità in ambito teatrale) può impressionare il pubblico sull'istante e far dire: «Ma quant'è bravo Pietrangelo!». Poi, quando torna a casa e legge il libro che ha comprato, il lettore potrebbe anche pentirsi di avere speso 12,00 euro.
Qualche domanda sorge pure spontanea: la Salerno-Reggio Calabria è siciliana? Berlusconi è siciliano? Renzi è siciliano? Insomma: tutta l'Italia non funziona. Non solo la Sicilia (che comunque può essere scelta come esempio paradigmatico dell'Italia che affonda, ma non come il solo esempio). In quanto al valore letterario, possiamo anche stendere un velo.
Ivo Flavio Abela
Contiene alcune pagine interessanti che appaiono irresistibili per le tinte sarcasticamente crudeli - ma realistiche - con cui vengono ritratti alcuni personaggi. Basti leggere i passi dedicati all'Opera dei Puppi (e non v'è refuso: è proprio Puppi con due P, parola dal significato incontrovertibile soprattutto per un siculo). Ma - al di là della denuncia che è poi quella di qualsiasi cittadino siciliano anticrocettiano, antilombardiano, ecc. ecc., che sia dotato di buonsenso - è un castello di sabbia: disorganico (del resto altro non è se non il prodotto dell'assemblaggio di pezzi giornalistici editi o inediti). Coerenza vuole però che si debba tenere alta la tensione dal principio alla fine. Invece ecco il capitolo su Balat in cui il tono dell'autore diventa retorico e l'andamento della prosa piatto e stereotipato. E se è vero che la forma informa, pure il contenuto è sorprendentemente inutile: è quello di una cronachetta da notiziario locale. Andiamo poi al capitolo finale: scritto nella piatta, tipica prosa di un inutile compitino scolastico, totalmente privo di senso (Buttafuoco dovrebbe sapere che Mare Nostrum è un'operazione voluta dal governo italiano e da Alfano).
Non emerge poi alcuna proposta. Dire - come Buttafuoco fa di solito nel corso delle presentazioni del libro. E come ha fatto anche alla presentazione svoltasi a Piazza Armerina il 27 agosto 2014 - che l'unica cosa che ai siciliani gioverebbe adesso è un grande, forte, potente, improvviso trauma non significa proporre un'alternativa. Parlare al pubblico - sempre in corso di presentazione - con tono, aria, modi istrionici (sappiamo bene che Buttafuoco nutre una grande passione per Carmelo Bene e conosciamo i suoi trascorsi di responsabilità in ambito teatrale) può impressionare il pubblico sull'istante e far dire: «Ma quant'è bravo Pietrangelo!». Poi, quando torna a casa e legge il libro che ha comprato, il lettore potrebbe anche pentirsi di avere speso 12,00 euro.
Qualche domanda sorge pure spontanea: la Salerno-Reggio Calabria è siciliana? Berlusconi è siciliano? Renzi è siciliano? Insomma: tutta l'Italia non funziona. Non solo la Sicilia (che comunque può essere scelta come esempio paradigmatico dell'Italia che affonda, ma non come il solo esempio). In quanto al valore letterario, possiamo anche stendere un velo.
Ivo Flavio Abela