Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 288 del 12 dicembre 2011 il Decreto relativo al TFA, cioè al Tirocinio Formativo Attivo per gli aspiranti docenti del futuro (quale? Non ancora pervenuto, ma c'è tempo): un concentrato di tratti distintivi dell'italiano neostandard (ovvero di quella "koinè" panitaliana nata dall'interazione fra l'italiano standard e gli italiani regionali). Basti leggere l'articolo 9 del Decreto.
«Il test preliminare e' costituito da 60 quesiti, ciascuno formulato con quattro opzioni di risposta, fra le quali il candidato ne deve individuare l'unica esatta. Un numero pari a 10 quesiti sono volti a verificare le competenze in lingua italiana, anche attraverso quesiti inerenti la comprensione di uno o piu' testi scritti. Gli altri quesiti sono inerenti alle discipline oggetto di insegnamento della classe di concorso».
A parte l'uso di e non accentato, ma accompagnato dal segno d'elisione (come accade anche in piu'), si noti il ne ridondante e pleonastico rispetto a fra le quali, che s'inserisce in un meccanismo di topicalizzazione tipico del parlato (una sorta di dislocazione a sinistra rispetto peraltro a una formula grammaticale, cioè appunto fra le quali, e non a una parola piena: risultato ancora più grave e più animalesco). Si noti ancora Un numero pari a 10 quesiti sono volti: tipico caso di concordanza a senso (soggetto singolare, predicato plurale). E dimenticavo: si veda l'oscillazione fra inerenti la comprensione e inerenti alle discipline, denunciante la crassa ignoranza di chi non ha dimestichezza alcuna con un uso quantomeno decoroso della lingua italiana, se non riesce a padroneggiare certe reggenze.
E tutto ciò (ironia della sorte) proprio nell'articolo in cui vengono menzionate le famigerate competenze in lingua italiana: il bue che dice all'asino "Cornuto!".
E tutto ciò (ironia della sorte) proprio nell'articolo in cui vengono menzionate le famigerate competenze in lingua italiana: il bue che dice all'asino "Cornuto!".
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